Il gioco si fa serio

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“Children’s game” di Francis Alys è Una delle mostre più interessanti che ho visto negli ultimi tempi. La mostra è composta da una serie di brevi video girati in tutto il mondo: Mexico, Afghanistan, Congo, Francia, Danimarca… dal 1999. Il gioco diventa una porta per entrare in diverse culture, ma trascende e parla un linguaggio comune. Il gioco entra e pervade. E’ un tratto umano e non umano, non solo appannaggio dei bambin*, ma degli adulti e degli animali. Il gioco include artefatti e tecnologie, parla linguaggi propri. Lo spazio è occupato dai giochi dei bambin* che lo fanno loro e ne alterano i significati, i bambin* con il gioco creano lo spazio. I bambin* saltano la corda, giocano con pietre, bottiglie di plastica, lumachine, copertoni di macchinari.

L’importanza del gioco, dello spazio e del tempo dedicato ad esso visto con uno sguardo quasi antropologico, di spettatore. Per un adulto osservare il gioco senza intervenire è un’occasione per conoscere e scoprire lati diversi del bambin* e luogo di incontro su un piano confortevole per entrambi, come se il gioco fosse uno specchio. Si può giocare salendo le scale, camminando in un bosco. é una via per mettersi in sintonia, calibrarsi sulla stessa frequenza.

Creare spazi di gioco, sicuri, inclusivi e accessibili, ma anche lasciare spazio al gioco di generarsi e auto alimentarsi. 

Io vivo in un paese con degli spazi dedicati al gioco quasi perfetti, dai normali parchi fino ai playground curati dagli architetti di Monstrum, in Danimarca il gioco per i bambin* è considerato spazio essenziale e imprescindibile.

Dal sito di Monstrum:

The playgrounds must first and foremost inspire children to play and challenge their motor skills as well as their imagination. But MONSTRUM’s distinctive creations are more than just playgrounds. They are sculptures in the urban landscape, telling stories and bringing a smile to peoples’ faces. They become landmarks in their surroundings, causing both children and adults to talk about “meeting by the giant jellyfish.” Why play on a climbing frame if you can play in a space rocket, a submarine, a giant snail’s house, a clown’s head, or a Trojan horse?

Ripensare al gioco è un invito a riflettere in modo profondo e consapevole sulla natura e l’importanza del gioco nella vita dei bambin* e degli adult*. Prendersi il tempo di fermarsi e considerare i molteplici significati e valori che il gioco porta con sé, esplorandone le diverse espressioni e manifestazioni e considerando l’impatto dello spazio e dell’ambiente su questa attività fondamentale.

Francis Alÿs, Children’s Game #14, Piedra, papel o tijera. Mexico City 2013 – 2’51”
In collaboration with Julien Devaux and Félix Blume

Alcuni parchi giochi realizzati dallo studio danese Monstrum.

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